Personal Brand tra Copy e Empatia – Be Kind to People, il mio viaggio nella comunicazione in ogni forma e in ogni luogo

Personal Brand tra Copy e empatia Be Kind to People - Francesca Anzalone PR Manager, Digital Communication Expert

Personal Brand tra Copy e Empatia – Be Kind to People, il mio viaggio nella comunicazione in ogni forma e in ogni luogo

Ho sempre messo le emozioni al centro, per comprendere appieno le dinamiche comportamentali all’interno delle Community di Apprendimento. Ho sempre pensato che lo stato d’animo delle persone fosse il centro propulsore nella formazione; e l’uso consapevole della parola un aspetto fondamentale. Quanto sai coinvolgere? Quanto sai stimolare? Ma soprattutto quanto sai creare l’ambiente di apprendimento migliore per i tuoi discenti? La mia ricerca iniziava proprio dall’ultima domanda, dopo avere analizzato i comportamenti, le reazioni, le emozioni di ciascuno dei partecipanti ai corsi online. Era il 1999 quando iniziammo a “disegnare l’ambiente più idoneo per quella precisa tematica” tra Copy e empatia. Sì perché non esiste l’Ambiente, esiste una struttura personalizzata per un determinato tipo di discente a cui vengono proposti contenuti e una modalità di interazione. Lo so, è costoso, è impegnativo in termini di energie, ma è efficace. Pensiamo a quanto costerebbe la scontentezza dei discenti, la loro insoddisfazione, la loro mancanza di coinvolgimento? Quanto impatterebbe sull’affidabilità? Quanto sul Brand?

L’EMPATIA CI PERMETTE DI COSTRUIRE ESPERIENZE E RELAZIONI SIGNIFICATIVE

In queste ultime settimane oltre a fare formazione a pubblici differenti che vanno dagli studenti delle Superiori a dipendenti quadri delle PA e a imprenditrici ho letto molto, ascoltato parecchio e assistito a corsi. E’ fondamentale aggiornarsi quotidianamente, confrontarsi e verificare quanto il nostro approccio può essere ancora la direzione da seguire. Tutto questo ci permette di rimanere sempre #consapevolmenteconnessi con il mercato, con lo scenario e con noi stessi; ma soprattutto ci porta ad inserire su una linea del tempo tutta la nostra esperienza etichettandola pezzetto dopo pezzetto.

Fermarci a mettere ordine al nostro percorso è un’attività che dovremmo fare annualmente. Una verifica che ci permette di comprendere appieno se stiamo seguendo un percorso (il nostro percorso) o se stiamo inseguendo “la notorietà” attraverso le mode del momento. Il fulcro di tutto è: come stiamo affrontando la nostra tematica? La linea temporale ci presenta esattamente se lo stiamo facendo con coerenza e se la nostra esperienza reale, autonoma, corrisponde con i job title che troppo spesso corrispondono più ad una proiezione desiderata che alle competenze maturate. Ma soprattutto quanto siamo connessi con ciò che stiamo facendo?

Mettere in una sequenza temporale e identificare le competenze maturate, le esperienze e il come lo si è fatto è la prima tappa per un percorso di consapevolezza sulla nostra professionalità. Il CV è una fotografia oggettiva di cosa, che va accompagnato da un come e perché in grado di farci conoscere per ciò che siamo professionisti con una nostra personalità. Ricordo ancora le bellissime parole che i miei docenti spendevano per me “E’ brava, ma soprattutto in ogni cosa che fa ci mette una grande passione!”, “E’ sempre dentro all’argomento, si sente che non lo fa come dovere”, “Tu ci credi in quello che fai, non lasci mai nulla al caso, cerchi la radice profonda”.  E questa passione è sempre stata la mia guida.

In venti anni di insegnamento ho imparato che non contano solo le parole, ma soprattutto i comportamenti. Esattamente come per me, quando stavo seduta in aula, anche per loro conta la condivisione, l’essere coerenti, il raccontare ciò che si fa, come lo si fa esattamente nella stessa misura in cui come ci si comporta.  Esserci per supportare, per aiutare a migliorare, per costruire il percorso più efficace. Il famoso patto di formazione è: ti supporto!

PERSONAL BRAND: QUESTIONE DI FIDUCIA E DI AFFIDABILITA’

Ovviamente queste frasi mi hanno scolpito la determinazione interiore, e le ho recuperate dai miei diari, proprio per non perdere le emozioni del momento, quelle che accompagnavano la scrittura e mi rendevano orgogliosa e fiera di quello che stavo facendo. Beh, non immaginatevi solo parole belle e grandi progetti, pensate anche ai “Si, ma i tempi non sono ancora maturi”, “Si deve fare un passo alla volta”, “Il progetto si finisce solo se ci sono i fondi, altrimenti non possiamo andare avanti” … Frasi alle quali la mia passionalità e il mio bisogno di concludere sempre quello che inizio non reagivano sicuramente con pacatezza. Fu intorno ai 22-23 anni che compresi che l’autocontrollo è fondamentale: imparare a scindere ragione e sentimento serve per reagire nella maniera migliore rispetto all’obiettivo prefissato. Il mio mentore un giorno mi disse: non devi avere fretta, il tempo ti dà tutte le risposte, devi solo avere fiducia. Fiducia, la parola più estraniante che potessi sentire. Quella che per me fu un metti in fila tutta la tua vita e inizia a verificare quanta fiducia hai in te stessa e quanta ne hanno gli altri in te. Se comprenderai che la misura della fiducia va in base alle esperienze degli altri ti renderai conto che i no, gli aspetta e prima vediamo i risultati e poi proseguiamo non sei tu, ma loro. Tu renditi affidabile il più possibile attraverso le esperienze e i risultati che ottieni, segna tutto, metti in un cassetto e aspetta che i tempi siano maturi: allora apri, tira fuori e non perderai mai tempo. Quella conversazione avvenne ad una festa estiva in Università e fu esattamente il nostro primo incontro.

Da quella conversazione portai a casa la mia applicazione: scegli cosa vuoi fare, quale la strada che vuoi seguire e renditi affidabile per quel percorso. Cosa ti piace fare? Cosa vuoi fare? Cosa sei in grado di fare oggi per quella scelta? Cosa devi migliorare?  Fu da quel momento che scelsi con convinzione la mia strada già in parte percorsa.

In parte  era il Personal Brand che si stava delineando, con maggiore consapevolezza e con la voglia di costruire un percorso importante. Gli insegnanti contano molto sul percorso di uno studente. Soprattutto il loro comportamento: diventa un’ispirazione! E fu proprio così per me. Alle sue parole pensa in grande, pensa che il prossimo anno ti troverai nel più grande Convegno dedicato all’e-Learning, dove si prenderanno decisioni importanti mi sentivo sempre il sudore scivolare lungo la schiena. Ma a quel punto la sua empatia entrava immediatamente in contatto attraverso il dialogo se tu non credi in te stessa, come possono gli altri avere fiducia in te?  Metti in fila quello che hai fatto e i risultati che hai ottenuto, la tua ricerca e la tesi che vuoi portare avanti. E sfrutta tutte le tue competenze acquisite per valorizzare ulteriormente la tua strada.

  • Chi sei, cosa fai e come lo fai
  • Quali sono le esperienze che hai da mostrare?
  • Quali risultati hai ottenuto?
  • Che cosa ti spinge a continuare a farlo ogni giorno?
  • Perché sei affidabile in quello che fai?

 

L’AMOREVOLE CURA NELLA SCELTA DELLE PAROLE: QUESTIONE DI EMPATIA E DI COPY

Ogni presentazione veniva “controllata con amorevole cura”, e soprattutto con grande attenzione sulle parole utilizzate. Le parole sono importanti, usale sempre con grande rispetto per te stesso e per gli altri. “Vedi qui, stai sminuendo il lavoro che hai fatto. E’ stato un lavoro importante”. Non si tratta di umiltà, si tratta di percezione che l’altro ha nei tuoi confronti; e di chi ti ha affidato il lavoro. Non stai sminuendo “solo te stessa, e già basterebbe” ma stai sminuendo anche il progetto, chi ha creduto in te, chi ha lavorato con te. Questione di prospettiva, e le cose vanno sempre osservate da tutte le prospettive. Ricordati che se il tuo punto di vista ti fa vedere la cosa in una dimensione ridotta, c’è sempre il mio! 😉

E questo era Copy, perché è come scrivi che fa la differenza, come lo racconti che fa la differenza, soprattutto se il centro della comunicazione è esterno da te. Ti permette di rispondere con efficacia, ti permette di coinvolgere, ti permette di entrare perfettamente in sintonia con il tuo interlocutore. E  in questo l’intercultura, le letterature Extra Europee, quelle Canadesi, Africane, … mi hanno insegnato tantissimo. Scrivere per fare comprendere, strutturare un discorso per essere compresi, per dare le risposte, questo l’obiettivo sempre. Prevenire i rischi di fraintendimento: analizzare tutte le parole prima di sceglierne una. E’ impegnativo? Sì, ma è rispetto, attenzione per l’altr*, è evitare il giudizio e rimanere sempre con la mente aperta.

  • Scegli sempre le parole che utilizzi, perché possono ferire. Abbi sempre rispetto dell’altr*

Questo amore per la parola trovò terreno fertile dentro di me perché aveva un solco profondo: il mio libro preferito era di Richard Scarry e credo me lo abbiano regalato a 4 anni “Il libro delle parole italiane, inglesi, francesi con guida alla pronuncia. Ovviamente chi mi conosce a questo punto saprà che mi dovettero poi comprare l’aggiunta con le parole tedesche e spagnole 😀 e comprare l’intera collana. Perché non sia mai che ho una cosa iniziata e non finita 🙂 … ah ovviamente a Violante piccolina comprai tutti i libri di Scarry!

Le emozioni muovo tutto, soprattutto l’entrare in contatto attraverso l’intelligenza emotiva. E qui torniamo alla mia ricerca che inizia nel 1999, il comportamento online delle persone in un ambiente di apprendimento. Che cosa migliora le Performance? Cosa rende migliore l’esperienza? Come si progetta l’ambiente più efficace per questo percorso? Articoli, saggi, piattaforme, aule virtuali, la mia tesi di laurea, collane editoriali, la direzione scientifica della rivista e-Learning e Knowledge Management; le docenze in ambito accademico e internazionale; la partecipazione a progetti di ricerca, l’usabilità in ogni sua sfumatura legata alla comunicazione, le aule virtuali per i miei studenti, beh, continuano ad essere oggi una delle grandi passioni della mia vita!

  • Parti da quello che devono provare le persone quando si formano: analizza ogni passaggio del loro “viaggio” nell’apprendimento e attorno a queste identifica l’esperienza migliore. Confronta con i dati che hai acquisito negli anni e lavora costantemente per migliorarti e migliorare la progettazione.