Francesca Anzalone- reputation strategist e crisis prevention

STRUMENTI E STRATEGIE PER DECIDERE SOTTO PRESSIONE, ANTICIPARE IL RISCHIO REPUTAZIONALE E TRASFORMARE OGNI MESSAGGIO IN UN’OPPORTUNITÀ DI FIDUCIA

La fiducia non è un optional, ma un elemento fondamentale di ogni relazione umana a livello personale, professionale e sociale. Si tratta di una promessa mantenuta quando nessuno controlla; un ponte fragile tra intenzioni e azioni.

Oggi, però, viviamo nella più grande crisi di fiducia globale. Si teme la disinformazione come “arma”, e veniamo costantemente delusi da false dichiarazioni.

Chi sa comunicare con integrità anche nel caos riesce a mantenere la fiducia e continua a rafforzare le relazioni.

Costantemente sotto pressione CEO, Board, Enti, PA devono mantenere alta la fiducia, anche in situazioni critiche e emergenziali. Infatti in un mondo di crisi sovraesposte (climatiche, sanitarie, geopolitiche), le organizzazioni che riescono a prosperare sono quelle che sanno comunicare con integrità anche nel caos. Il punto è questo: nelle emergenze si vede chi davvero sa guidare e chi improvvisa; nelle board room si decide se costruire fiducia o minarla (a seconda dell’approccio). Nei social media ogni parola può diventare un caso nazionale o internazionale in poco più di tre minuti.

Dalle emergenze alle board room: l’arte della comunicazione responsabile sotto pressione

Negli ultimi tredici anni di comunicazione nelle emergenze ho affrontato crisi complesse, con l’obiettivo di semplificare l’informazione affinché arrivasse chiara ai cittadini; e aiutato adulti, giovani e giovanissimi a comprendere come distribuire informazioni efficaci in caso di emergenza attraverso l’uso dei social network. Da qui l’evoluzione per le organizzazioni, insegnare a leader e organizzazioni l’arte della comunicazione responsabile sotto pressione dove ogni decisione deve essere: etica, tempestiva e umana.  Nelle emergenze c’è un solo obiettivo “essere utili”. Ma per esserlo le persone si devono fidare di te, devi essere autorevole come guida, affidabile e dimostrare di saperlo fare, non ci si improvvisa!

Nelle emergenze la comunicazione corretta aiuta chi è in pericolo e i soccorritori. Più l’informazione è precisa, più veloci saranno le operazioni di soccorso. E questa è non solo una grande esperienza umana, ma anche di miglioramento delle conoscenze e competenze in ambito comunicativo.

Impari a decidere velocemente valutando le priorità e ottimizzando qualsiasi informazione attraverso la scelta delle parole più corrette e dell’ordine con le quali pronunciarle.

Tutto il superfluo viene eliminato prima. La valutazione è “a monte” perché il rischio è quello di generare panico, e diventare dunque una causa di crisi nella crisi.

La comunicazione nelle emergenze è la più importante palestra per la comunicazione etica, responsabile e consapevole

La comunicazione nelle emergenze è l’esperienza più formativa che si possa fare per imparare a governare l’informazione. Non si insegue il sensazionalismo, ma si vuole aiutare. Devi scegliere accuratamente ogni singola parola affinché non si sprechi tempo (tutto deve avere uno scopo: dare nel minor tempo possibile l’informazione utile). Devi mantenere l’autorevolezza perché sei la guida e devi fare sì che continuino a percepirti come tale, dunque devi “pulire le conversazioni dal rumore che distrae”. Ti insegna a percepire il segnale, prima ancora che si manifesti nella sua concretezza, e dunque comprendi l’importanza di rimanere sempre attento ad ogni piccolo segnale.

E tutto questo ti resta dentro, anche quando comunichi per le organizzazioni, gli enti, le istituzioni e le PA. La tua comunicazione si modifica, così come la tua competenza di ascolto. E’ più veloce, efficace e va oltre alla singola parola, perché diventi un attento analista per ogni singola sfumatura. La governance dell’informazione diventa la tua bussola e ogni singolo messaggio viene analizzato e verificato più volte affinché non sia manipolabile, fraintendibile e inefficace.

Negli anni questa esperienza è diventata parte di me, della mia comunicazione, del mio metodo di lavoro, del modo in cui approccio la comunicazione e la prevenzione di rischi.

Partire da un framework sulla fiducia significa:

Anticipare le crisi prima che esplodano attraverso mappe di rischio reputazionale.

Evitare l’interruzione del lavoro attraverso protocolli decisionali rapidi.

Utilizzare un nuovo vocabolario e un nuovo linguaggio che trasformi la paura in consapevolezza. Il punto è che non dobbiamo vivere i rischi come fobie, ma come punto di partenza per comunicare con trasparenza radicale.

Su questo tema e la sua applicazione quotidiana lavoro da venticinque anni. Inizialmente con attività di formazione per giornalisti e partecipando a discussioni pubbliche, convegni e confronti sul Citizen Journalism e l’approccio all’informazione da parte di cittadini attivi. Per poi arrivare al Civic Activism da parte di volontari e volontari digitali che prendono parte ad una Causa sentita. Fino ad insegnare l’uso consapevole e responsabile dei social network nelle scuole a studenti, di vario ordine e grado. Perché ogni cittadino è un media che può diventare parte attiva di una comunità.

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Come applicare queste competenze a beneficio delle Organizzazioni?

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PER LE AZIENDE

  • CEO e board che vogliono evitare scandali costosi
  • Comunicazione e PR team che cercano framework testati in scenari reali

PER LE ISTITUZIONI

  • Pubbliche amministrazioni che devono riconquistare fiducia
  • Enti di crisi (protezione civile, ospedali) dove ogni secondo conta

PER I CIVIC ACTIVIST

  • ONG e associazioni che lottano per cause sociali