Ogni vero cambiamento è uno stravolgimento

Ogni vero cambiamento è uno stravolgimento – Benvenuto nel mio viaggio nella comunicazione in ogni forma e in ogni luogo. Buona domenica e  Be Kind to People

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”. Una frase che è fondamentale ricordarci ogni giorno, davanti ad ogni persona. Perché la gentilezza è importante, così come il rispetto e l’ascolto attivo. Non siamo qui per giudicare ma per costruire relazioni significative. E la gentilezza è alla base di ogni costruzione.

Ogni vero cambiamento è uno stravolgimento. Se non ti sconvolge, non ti sta cambiando profondamente. Un bagaglio importante che ci portiamo dietro e che ci permette di affrontare al meglio la vita, soprattutto nel rispetto degli altri.  Attenzione però alla finta gentilezza, a quella falsa disponibilità che non ha nulla a che vedere con l’empatia e l’interesse per gli altri, Nella vita e nel lavoro incontriamo così tante persone, che potremmo arricchirci immensamente, se solo avessimo la voglia e la curiosità di ascoltarle. Da ciascuna persona possiamo imparare, confrontarci, migliorarci, osservarci, e percepirci. E grazie a un ascolto attivo possiamo comprenderci meglio e imparare a vivere al meglio in sintonia. Troppo spesso invece, l’ascolto non è finalizzato al miglioramento di noi stessi, ma al bisogno di sentirci migliori. E dunque, finisce con un giudizio che va a rafforzare credenze pregresse.

L’ascolto attivo è profondo e privo di giudizio e di commento

Ognuno vive la vita in base alla sua esperienza, al suo bagaglio pregresso, non possiamo pensare di poter dare un giudizio con il nostro bagaglio, perché a prescindere sarà sempre “sbagliato”. Non è perché “si fa così, ho sempre fatto così, mi hanno insegnato così, la società vuole questo ….” che possiamo pensare di sentirci migliori di altri. Perché la nostra esperienza, la nostra “società”, la nostra educazione è un qualcosa di relativo rispetto ad un tutto. Oggi abbiamo la fortuna di comunicare a livello globale e dunque, la grande opportunità di metterci in discussione. Non abbiamo una verità, ma una verità relativa, sulla quale possiamo imparare a mettere in discussione e costruire la versione migliore di noi. Chi pensa di avere la verità, di sapere come funziona, di sapere che “si fa così” è fermo. Non si offre l’opportunità di crescere e migliorare. 

Mi capita spesso di sentire “si fa così”, “si è sempre fatto così”, “io lo so”. Queste persone sono ferme, immobili, non hanno voglia di crescere. non cercano il confronto. “Tu sei così”, sono persone che “pensano di essere in grado di definire l’altro”, quando l’altro è un essere in costante trasformazione. E perché sentono il bisogno di definirlo? Perché “è un essere su cui non hanno il controllo”, è un essere che ha dimostrato che si cambia, si migliora, si riesce. Il punto è: la paura di perdere il controllo sull’altro e allora lo si definisce, lo si “de-limita” per sentirsi bene con il proprio ego. E, naturalmente, secondo questa logica, l’altro è sicuramente “sbagliato”.

Ascoltare significa sperimentare, scoprire, allargare la visione, aprirsi a nuove opportunità di crescita, miglioramento, conoscenza.  E attenzione, se non è stravolgimento, non è cambiamento.

Il cambiamento sradica, mette in discussione, rivoluziona tutto il sapere, apre a nuove prospettive, visioni, approcci. Se non stai vivendo questo, allora significa che non stai cambiando.  Il cambiamento è ciò che fa comprendere che le cose non hanno “confini” e dunque che si può sempre andare oltre.

Le crisi mediatiche ci ricordano che i confini non esistono: da una parte siamo sempre a rischio, dall’altra possiamo ambire al miglioramento costante

Ed ecco che la comunicazione ci mette davanti a tutto questo. Ti definisco, tento di de-limitarti, etichettarti, controllarti, ma mi rendo conto che non è così, perché altri la pensano in maniera differente. Non presto attenzione alla tua “personalità”, il mondo me lo fa capire. Ti metto in discussione con ostilità, tentando di prevaricare, una parte del mondo mi farà capire che non sto facendo una cosa positiva. Ed ecco che ognuno di noi, prima o poi si confronta con una nuova realtà, un cambiamento. E questo cambiamento è uno stravolgimento, che mette in discussione noi, il nostro bagaglio e le nostre certezze.

E’ l’opportunità di vivere in un tempo che corre veloce, e che ci offre la possibilità di impiegarlo al meglio secondo le scelte e le priorità che ci diamo

Quanto tempo abbiamo a disposizione? Non lo sappiamo. E dunque possiamo investirlo nel migliore dei modi. Soprattutto attraverso una pianificazione e programmazione che decidiamo noi attraverso scelte consapevoli. Dobbiamo lavorare, dobbiamo studiare, dobbiamo costruire molte cose, ma con obiettivi precisi che possono essere i blocchi di tempo preziosi, quelli che vogliamo raggiungere.

Tanti anni fa lessi un libro che mi cambiò radicalmente l’approccio al tempo “Fai una cosa sola”. La pianificazione del tempo e la programmazione è in base a dei blocchi che generano la felicità. Dunque decido di fare una vacanza con mia figlia in un posto preciso? Perfetto lo vado ad inserire come blocco prioritario in un periodo preciso. Ma per poter realizzare quel viaggio mi servono soldi, mi serve essere “scarica” dagli impegni, mi serve arrivarci nella forma migliore. E dunque? tutto il tempo precedente verrà pianificato secondo questa logica: un budget da raggiungere, la miglior qualità del tempo da trascorrere in quelle giornate. Ed ecco che tutto il periodo precedente mi servirà per eliminare qualsiasi distrazione. Farò tutti gli incontri di lavoro prima, penserò alle possibili criticità che potrebbero avvenire con telefonate, con necessità di clienti, fornitori, potenziali clienti e altro e dunque costruirò il team più efficace per farmi sostituire. La mia motivazione sarà la guida a strategie e azioni e dunque seguirà una pianificazione e programmazione precisa e puntuale.

Accogliere il vero cambiamento, significa accettare uno stravolgimento

Il mio metodo di insegnamento si basa proprio su questo aspetto: stravolgere per costruire. Sviluppare un pensiero critico-analitico significa cambiare approccio: mettere in discussione tutto per trovare il nostro modo di affrontare la cosa, consapevoli del fatto che non esiste un unico modo. Lavorare sulla consapevolezza delle vulnerabilità significa essere pronti a re-agire. Portare le persone a comprendere che tutto può cambiare da un momento all’altro, significa essere connessi con un mondo in costante trasformazione; soprattutto dove il cambiamento è veloce, quotidiano. E dove ciascuno di noi deve imparare una nuova logica: il miglioramento quotidiano.

Accogliere il cambiamento significa avere compreso che il tempo scorre veloce e dunque diventa fondamentale impiegarlo al meglio e con un nuovo approccio. Ciò che prima non esisteva oggi è davanti ai nostri occhi, basta solo osservare con attenzione. Quello che “non si faceva, non si diceva, non era educato oggi è altro. Si fa, funziona e una parte della popolazione mondiale lo accetta, anzi, ne è orgogliosa.  Dunque che cosa possiamo fare per vivere al meglio questo momento? Ampliare l’orizzonte di osservazione, eliminare la “presunzione” di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Migliorare il nostro pensiero critico e analitico, che non significa mettere sotto alla lente di un microscopio la vita degli altri, ma, imparare cose nuove e aprirci al nuovo.

Sotto la lente del microscopio mettiamo noi stessi e gli obiettivi di qualità che vogliamo raggiungere

Non ho mai apprezzato le persone che “curiosano” nella vita degli altri. Tantomeno quelli che vogliono dare il loro giudizio a tutti i costi. “Hai sbagliato, io avrei fatto così, Tu sei … La società dice … “. Mi chiedo sempre, ma come può una persona pensare di sapere cosa è giusto o sbagliato nella vita di un altro? Attenzione che non sto parlando di legge, ma di abitudini, idee, pensieri e modi di vivere. Perché pensare di dare un giudizio e non fare una domanda rivolta alla comprensione? Sarebbe così bello e interessante. Lo facciamo nel marketing, nelle strategie commerciali, perché non applicarlo anche alla vita? E dunque, anche in questo caso il nostro vero cambiamento è uno stravolgimento. Abituati a obiettivi quantitativi, ci troviamo oggi a poter identificare una qualità della vita migliore: basata sul life balance. Come ci vediamo nella progettazione di obiettivi di qualità?