Francesca Anzalone - Reputation Manager, esperta di comunicazione digitale, specializzata in comunicazione in crisi e emergenza

La scrittura come responsabilità e impegno

Parola, responsabilità, trasformazione

Amo la parola in ogni sua forma. Sono una lettrice insaziabile. Ho sempre studiato lingue e poi lingue e letterature straniere ad indirizzo filologico. Ho insegnato per molti anni nel Dipartimento di Scienze del Linguaggio e, la liguistica, la didattica delle lingue, le letterature straniere, la filologia romanza, le neuroscienze hanno costruito solide basi nella mia formazione. Arricchendosi nel tempo con le Scienze Politiche e Sociali, la moda, il design, il cinema aprendomi a nuovi punti di osservazione. La parola per me, oltre ad essere precisione analitica è anche radici storiche e bellezza nei manoscritti, ma ciò che sento profondamente è la responsabilità sociale, l’impegno civile, e la trasformazione culturale che ha il potere di innescare. Ogni mio progetto—che sia un racconto, una sceneggiatura, una produzione video o un’installazione artistica—nasce con una missione precisa: usare la creatività per ispirare, educare e attivare il cambiamento.

Credo che nessuna storia sia davvero conclusa, ma che possa rinascere sotto altre forme. Sono segni che rimangono per essere colti da un’occhio attento, pronto a ridare vita, a reinterpretare, a scegliere le parole con cura. Perché la storia del singolo può diventare patrimonio collettivo, nessuna voce deve restare senza coralità.

Ogni progetto, ogni lezione, ogni testo rappresenta per me l’opportunità di aprirmi al dialogo su tematiche a me care. L’arte può trasformare il dolore in bellezza condivisa, può rompere gli schemi, può diventare attivismo creativo. Possiamo rompere il silenzio, educare al rispetto, offrire nuovi linguaggi alle vittime attraverso i quali esprimersi, offrire un filo con il quale tessere la propria trama.

Progetti artistici, formazione e storytelling per parlare di parità di genere, bullismo e libertà di essere

Scrittura per l’inclusione e l’educazione

Dipingiamoci di blu. Cancelliamo il bullismo con il colore. Un racconto di Francesca Anzalone che fa parte di un progetto per sensibilizzare contro il bullismo. Il racconto, scritto in forma di diario, presenta la storia da diverse prospettive, esplorando il tema del bullismo attraverso gli occhi dei personaggi. Il progetto ha dato vita anche a un murales e a una canzone, e si inserisce nell’impegno dell’autrice contro la discriminazione e a favore dell’inclusione. 

 

Progetti artistici per l’impegno sociale

Eleonora Duse, arte, passione, mito – biografia in danza. Una sceneggiatura scritta per essere coreografata. La vita, l’arte e gli amori di Eleonora Duse, raccontata con grande rispetto per la donna e ammirazione per il personaggio, e si inserisce nell’impegno dell’autrice contro la discriminazione e a favore dell’emancipazione femminile. Coreografia di Sabrina Massignani per Astra Roma Ballet.

George Sand, “uomo e libertà” – biografia in danza. Una sceneggiatura scritta per essere coreografata. La vita di Amantine Aurore Lucile Dupin, che sfidò le convenzioni sociali del suo tempo vestendosi da uomo e assumendo un nome maschile, George Sand, per affermare la propria libertà personale e intellettuale, e si inserisce nell’impegno dell’autrice contro la discriminazione e a favore dell’emancipazione femminile. Coreografia di Sabrina Massignani per Astra Roma Ballet.

L’uccello di Fuoco, libertà di essere – storia in danza. Una sceneggiatura scritta per “attualizzare” alla società contemporanea il balletto classico “L’uccello di Fuoco” ispirato a una fiaba russa. Libertà di essere, di esprimere ciò che si è senza condizionamenti esterni, paura del giudizio e costrizioni sociali.; e si inserisce nell’impegno dell’autrice contro la discriminazione e a favore dell’inclusione. Coreografia di Sabrina Massignani per Astra Roma Ballet.

traME di Marina Majcen a cura di Francesca Anzalone – mostra. Festival delle Arti Giudecca Saccafisola, spazio Bocciofila. traME è il racconto di un viaggio che inizia da un ME, quello dell’artista, che si mette a nudo e ricomincia a intrecciare tra reale e virtuale, la propria storia con quella di tante donne. Le Invisible Souls in tutta la loro essenza si sono vestite di storie. Storie vere, importanti, che hanno lasciato un segno: forte, inciso, intenso. Una trama fitta che si tinge di tinte forti. Ed ogni colore è un segno, ed ogni segno è un vissuto, ed ogni vissuto un viaggio, ed ogni viaggio un incontro.

Storytelling trasformativo: dal singolo alla collettività

Il mio approccio nasce da una convinzione: le storie non si raccontano, si vivono. “Don’t tell, show!”
Che sia un evento, una mostra, un video, un’istallazione, un corso di scrittura parto sempre da tre elementi: la memoria, l’impegno sociale, la propria “voce”. Con un obiettivo: rendere quella voce un coro, rendere quella memoria una memoria collettiva, rendere quell’impegno, un impegno della comunità.

Non chiederò mai solo di ascoltare. Perché le parole quando smettono di essere del singolo diventano azioni. E le azioni possono riscrivere con parole nuove.

 

Dalla scrittura agli eventi: un impatto tangibile

Ed è con questa visione che ho scritto ogni evento, ogni video, ogni Corporate Film, video emozionale per raccontare musei, luoghi, brand, mostre, installazioni. Ogni visita guidata, laboratorio didattico, laboratorio di scrittura ha creato una trasformazione: quella singola esperienza da ispirazione è diventata azione, il portare i visitatori a una mostra, partecipare a un laboratorio, coinvolgere in una visione, aspirazione.

E nel tema della coralità non posso non menzionare il film Venezia Impossibile di William Carrer, o il documentario Roberto Assagioli, lo scienziato dello spirito di Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini; la Miniera di Raibl e il Museo Storico Militare. La progettazione delle visite guidate al Vittoriale degli Italiani e i laboratori didattici. Le escursioni alla scoperta del lago di Garda. Per passare al desgin degli eventi in uno storytelling emozionale tra mostre, performance, esperienze culinarie immersi nelle atmosfere tra ottocento e primi del novecento.